La Festa dei Morti viene celebrata durante il periodo in cui i contadini siciliani cominciano a preparare i loro campi per seminare il grano. Questa festa, come la maggior parte delle commemorazioni siciliane, invoca i santi e i defunti per la protezione del raccolto . Da più di 28 secoli, dai tempi della dominazione greca e romana, il grano è stato considerato una importante merce di scambio, soprattutto in Sicilia, chiamata un tempo “granaio d’Italia” per la sua produzione. Tutte le tradizioni che hanno ruotato intorno all’oro giallo, hanno influenzato il calendario non solo contadino ma perfino quello delle feste.
This happens often, and I enjoy chatting with Sicilians about their Sicilian-American relatives, of whom they are often very proud. Though, as I chat with him, I cannot help but think that these rolling hills are much more peaceful than the concrete jungle of Los Angeles.
Abbiamo deciso di filmare l'aratura e la semina e abbiamo chiesto a Vincenzo, un contadino tra i campi, di guidarci in questo viaggio. E’ stato divertente e Giacomo ha potuto anche “cavalcare” il trattore. Mentre il padre di Vincenzo arava un terreno molto argilloso, raccontava dei suoi tre zii emigrati a Los Angeles (dove ho abitato per gli ultimi quattro anni).
Mi piace chiacchierare con i siciliani sui loro parenti siculo-americano, di cui spesso sono molto orgogliosi per quello che stanno facendo all’estero. Eppure, sto pensando che queste colline della Sicilia sono molto più tranquille e belle che la giungla di cemento di Los Angeles.
Il giorno seguente abbiamo trascorso la giornata a pianificare gli step successivi. In serata, siamo andati a Favara a casa della madre di Antonio Moscato (che ci sta aiutando a coordinare le riprese in città) che molto graziosamente ci ha cucinato una pietanza tipica di questo periodo, le “Fave a coniglio (in siciliano “Fave a Cunnighio”). Paradossalmente, la zuppa non include alcuna carne di coniglio, il nome, infatti, deriva dalla bizzarra forma che assumono le fave quando si estraggono dal guscio.
La signora anziana, una nonna molto conosciuta a Favara, ha cucinato il piatto davanti a noi senza bisogno della ricetta. Mentre il figlio e il nipote la osservavano, ci ha spiegato come preparare le fave fresche, le biete, le cipolle, i pomodori e il brodo che compongono la zuppa. Mentre cucinava, ci ha raccontato il motivo per cui la “Festa dei morti” è così importante per lei: andando al cimitero e pulendo le tombe dei propri cari che non ci sono più, così come festeggiando e banchettando con coloro che invece sono ancora vivi, onora la famiglia e Dio. Questo gesto tramanda il legame di famiglia. Mentre aspettiamo che la zuppa cominci a bollire, intona una canzone tradizionale accompagnata dal mandolino suonato dal nipote.
Abbiamo mangiato la zuppa condita con olio d'oliva locale, accompagnata da fette di pane casereccio fresco. Proprio Novembre è la stagione della raccolta delle olive, per cui l'olio “nuovo” è particolarmente squisito e conferisce al piatto contadino un retrogusto particolare. Un pasto come questo ci ricorda che Sicilia è anche tradizione povera contadina, non solo piatti sofisticati come in altre parti d'Italia o in Europa. Proprio qui, gli ingredienti freschi e la cura che mettono i siciliani in ogni piatto ci ricorda che è questa la ricchezza della meravigliosa cultura del cibo.
Mentre ero a casa sua, sono rimasta colpita dalle immagini religiose appese in cucina e in soggiorno. Ho notato che ogni casa, ma anche luoghi di lavoro come le panetterie, è piena di immagini di Gesù, la Madonna, i santi. Per questo motivo ho iniziato uno studio sulle differenze nell'iconografia, in base a dove giriamo per il film. Si tratta di un promemoria visivo delle radici religiose di queste feste e della loro importanza nella vita dei siciliani.